Storia dell’evoluzione della legislazione regionale
I cosiddetti "Landstände" tirolesi, i rappresentanti della regione che oggi formano il consiglio regionale, sono un’istituzione prevista dalla costituzione tirolese, le cui origini risalgono alla fondazione della regione sotto il conte Mainardo II (1258 - 1295) e il cui riconoscimento scritto avvenne grazie al famoso documento delle libertà ("Freiheitsbrief") del 28 gennaio 1342. Questa istituzione democratica, della quale facevano parte non solo le alte cariche ecclesiastiche, i nobili e i cittadini, ma anche i contadini, esercitava il controllo sul principe della regione e sul suo governo, emanava leggi, approvava tasse e inoltre deteneva il potere politico, fino a quando, nel 1848, subentrarono i partiti politici.
Nel 1293, per poter emanare un nuovo ordinamento giudiziario per la contea di "Botzen" (Bolzano), il conte Mainardo II dovette ottenere l’approvazione di tali rappresentanti. Questa è la prima menzione, in Tirolo, di un’istituzione simile all’attuale consiglio regionale. Nella prima metà del XV secolo si arrivò all'evoluzione verso un parlamento regionale in senso proprio.
In occasione della cessione del Tirolo agli Asburgo, avvenuta nel 1363, da parte di Margherita Maultasch a Rodolfo IV, il Fondatore, la parola "Landschaft" venne per la prima volta usata per identificare in maniera sommaria i rappresentanti di tutto il popolo (chiamati anche "Landstände"), che avevano approvato questa cessione all’Austria. Allietato dall’evento, Rodolfo il Fondatore scrisse ai dogi di Venezia che tutti i tirolesi avevano approvato il contratto.
Nel XV secolo vennero convocati numerosi consigli della regione, spesso più di uno nello stesso anno. Anche nei primi decenni del XVI secolo si tennero molti consigli regionali di importanza decisiva. Nel corso del XVII secolo, quando in Austria l’assolutismo dei principi raggiunse il culmine e i rappresentanti vennero aboliti, i tirolesi riuscirono con coraggio e perseveranza a preservare i diritti dei propri rappresentanti. Dopo il 1650 si assistette raramente alla convocazione di tutto il consiglio regionale, al posto del quale vigevano le cosiddette commissioni consiliari. Tra il 1665 e il 1720 si tennero solo dieci grandi consigli regionali. L’imperatrice Maria Teresa e l’imperatore Giuseppe II consideravano i “Landstände” un ostacolo alle loro riforme. Fu solo con l’imperatore Leopoldo II che il Tirolo vide il ripristino dei "Landstände" e che un consiglio regionale fu convocato. Tuttavia l’imperatore Francesco I limitò le funzioni del consiglio.
Nel 1808 la Baviera decise di abrogare esplicitamente le vecchie libertà del consiglio tirolese in vigore tra il 1342 e il 1406. La nuova costituzione, emanata per la regione Tirolo dall’imperatore Franz nel 1816, non conservava pressoché nulla della costituzione del 1342 e dei suoi principi.
Nel giugno 1848, quando il sistema governativo assolutista cadde, il consiglio regionale tirolese si riunì nuovamente a Innsbruck e rinnovò la costituzione regionale. Alla fine del 1851 ci fu un ritorno del neoassolutismo. La costituzione della regione tirolese venne abrogata. Con la creazione del cosiddetto “diploma di ottobre” del 1860, l’Austria tornò alla forma di governo costituzionale. Dopo la prima guerra mondiale, i deputati tedesco-tirolesi del consiglio del regno e del consiglio regionale costituirono un’assemblea nazionale tirolese, dando vita al “consiglio nazionale tirolese” quale organo esecutivo. In data 8 novembre 1921 venne creato un nuovo ordinamento regionale tirolese, che prevedeva la conservazione del consiglio regionale come organo legislativo. Dopo la seconda guerra mondiale, il 15 giugno 1946, fu varato un nuovo ordinamento della regione Tirolo.
Questa sintesi mostra che il popolo tirolese ebbe il diritto di contribuire a scrivere la storia del proprio paese già 600 anni fa.
... Sintesi della storia dell’evoluzione della legislazione regionale